Girato, co-scritto e co-prodotto dal regista Premio Oscar Alejandro González Iñárritu, divenuto famoso con Birdman, Revenant o The Revenant è liberamente tratto dalla vera storia di Hugh Glass (Leonardo DiCaprio): un cacciatori di pelli ed esperto trapper vissuto in America tra la fine del 1700 e gli inizi dell'800, che durante una spedizione viene attaccato da un grizzly. I suoi compagni cercano di salvargli la vita rattoppandolo come meglio possono, ma sanno che le ferite riportate sono troppo gravi e che difficilmente sopravviverà a lungo. Il capitano della spedizione, Andrew Henry (Domhnall Gleeson) decide quindi che continuare a portarsi dietro il ferito è troppo pericoloso per tutto il gruppo, dato che oltre alle intemperie della natura -vera protagonista del film- ci sono pure gli ostili indiani Arikara, che già a inizio film danno il loro benvenuto nel Nuovo Mondo ai visi pallidi a suon di frecce e calcinculo. Viene quindi chiesto chi, tra i pochi uomini rimasti, vuole fare compagnia al cadaverico Hugh "non vinco mai l'Oscar" DiCaprio, nei suoi ultimi momenti di vita promettendogli una degna sepoltura, previo bonus raddoppiato di Dollari per chi fosse rimasto con lui fino alla fine. A vegliare sul poveretto rimangono suo figlio Hawk (Forrest Goodluck) avuto con una donna Pawnee, il giovane Jim Bridger (Will Poulter) e il Gran Ladr. pezz di merd, Figlio di Putt, Gran Farabutt Ladr Matricolat Paracul di John Fitzgerald (Tom Hardy). Tutti gli altri ciao, stammi bene, ci vediamo presto contaci.
Ovviamente, il caro buon vecchio Hugh Glass non vuole tirare le cuoia, nonostante le raccomandazioni di Fitzgerald, in quale è rimasto solo per la ricompensa finale in Dollaroni. Tra i due il rapporto non è mai stato pacifico, colpa dei vari diverbi e della natura meticcia del figlio di Glass, che Fitzgerald non tollera. Ed è proprio durante un litigio tra quest'ultimo e Hawk, deciso a salvare la vita del padre a tutti i costi, che succede il fattaccio che porterà avanti la trama del film: Jim Bridger nel frattempo si è perso la scena e al suo ritorno al campo viene convinto ad abbandonare il povero Glass al suo destino, nonostante sia ancora vivo. Da questo punto in poi ha inizio la lunga strada della vendetta, passando da panorami maestosi alla crudeltà cinica verso tutto ciò che circonda l'uomo. Perché Revenant non parla solo di un uomo da solo contro il mondo, ferito, colerico e allo stremo delle forze; The Revenant è un viaggio nell'America più selvaggia, quella che nessuno vuole raccontare, fatta non da eroici pistoleri, ma da uomini marci dentro e fuori, in lotta l'uno con l'altro come vere e proprie bestie. La natura, come ho già scritto, è la vera protagonista della pellicola del messicano Iñárritu, dove non esistono eroi di frontiera, ma solo gelidi fiumi e innevate foreste. Luoghi dove la neve candida si tinge di sangue, al passaggio dei famelici personaggi che animano questa storia, fatta di fatica, sacrificio e soprattutto vendetta.
Revenant - Redivivo, è un film duro, sicuramente non per tutti, ma che dimostra quanto una persona sia disposta a sopportare pur di raggiungere i propri obiettivi. Un documentario cinematografico, condito dalla violenza dell'uomo contro se stesso e la natura primordiale. Nonostante sia tratto da una storia vera, di vero ha ben poco; ma forse è meglio così, per non sminuire l'impresa titanica compiuta dal redivivo Hugh Glass: l'uomo che ha saputo sfidare se stesso ed il mondo, uscendone vincitore.
Nella foto lo sguardo di Leo, quando scopre che a vincere l'Oscar al suo posto è l'orso. |
L'ho trovato un ottimo film, ma non perfetto... Non so dirti il perchè, ma sento che gli manca qualcosa per mirare a quella eternità cinematografica.
RispondiEliminaLe scene sono state davvero dure da girare, in sala soffrivo insieme agli attori. Questo è l'evoluzione del Metodo Stanislavskij
Non è perfetto ma merita di esser visto, anche solo per ripagare gli attori, costretti a girare con temperature fino a -40 gradi.
EliminaOttima recensione, bravo.
RispondiEliminaSorprende come Di Caprio da Oscar dei PDM sia riuscito a diventare, in effetti, un ottimo attore. Io lo rispetto.
Ecco una cosa che ritorna sempre, ma che non ingrana mai: il western.
Voglio dire che periodicamente le tematiche western (meglio se "atipiche") vengono ripescate dal cinema USA. Ma non riusciranno mai a ritornare quel genere a sé stante, quell'industria che è stato il western fino agli anni 70, dove in media ogni anno uscivano 10 film.
Se fosse ancora vivo Sergio Bonelli avrebbe detto di questo film: "Un'altra speranza delusa".
Non aveva capito che ormai ( a partire da Balla coi lupi") gli americani fanno uscire un film western all'anno, di solito molto buono.
Oh, poi io invidio gli attori che hanno lavorato al freddo. Alla vigilia di Natale avevo le zanzare in casa.
Un film sicuramente non perfetto, ma che ha saputo raccontare il western sotto un'altra prospettiva, molto più selvaggia e cruda. Discorso diverso invece per The Hateful Eight, un classico western ma con atmosfere tarantiniane. Poca azione e lunghi monologhi, certi riusciti altri un po' meno, come pure i protagonisti. Il genere è morto e sepolto dagli anni 70 e difficilmente potrà tornare ai fasti di un tempo.
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