Arca
La terra trema, mentre il suono assordate di una città in preda al panico viene sovrastato dall'orlo della titanica Cosa. Una fitta coltre di fumo nero e denso si alza dalle macerie dei palazzi rasi al suolo dal suo passaggio, mentre un fiume di persone in fuga si riversa nelle strade; facendosi largo tra le macchine abbandonate, spingendosi, calpestandosi, ammassandosi e stritolandosi tra loro, in un ammasso di corpi senza precedenti, dove i vivi si mescolano ai morti ed i feriti; tutti in fuga da quell'essere fagocitato dalle profondità della Terra, una creatura primordiale, dalle fattezze arcaiche: talmente grande da sovrastare la città. Questo è l'inizio di una nuova era, dove l'uomo non sarà più la specie dominante.
Guardando alle stelle
«Eccone una!» esclama il giovane mago. «Dove? Non ho fatto in tempo a vederla...» gli risponde dispiaciuto Lono, il suo amico immaginario. «Non ti abbattere, vedrai che la prossima volta andrà meglio» lo rincuora il giovane mago. «Miir, posso chiederti del perché stiamo qui, col naso all'insù, a cercare le stelle cadenti? Io mi annoio, voglio andare a giocare» dice con tono annoiato l'amico immaginario. «Sai Lono cosa sono i desideri?» gli chiede il giovane mago, mentre con lo sguardo scruta l'universo alla ricerca di un'altra stella cadente. «Certo, sono quelle cose che voi uomini vorreste tanto accadessero. Sono i vostri sogni, quelli a cui tenete di più e che li vorreste veder realizzati». I due amici rimangono in silenzio per qualche minuto, poi, improvvisamente, ecco passare sulle loro teste una piccola stella. «Eccola Lono! Esprimi un desiderio!» gli dice il giovane mago, mentre con un dito segue la stella. Lono chiude gli occhi ed esprime un desiderio. «Sù, coraggio, dimmi cos'hai desiderato» chiede incuriosito il giovane mago. «È semplice» risponde con un sorriso Lono. «Ho desiderato che tu non smetta mai di credere negli amici immaginari». I due rimangono a guardare in silenzio il cielo; entrambi sorridenti e felici. Entrambi hanno espresso il medesimo desiderio.
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