giovedì 5 giugno 2014

E alla fine arriva la noia

Da piccolo non succedeva mai, intendo annoiarmi; non mi ricordo di essermi mai annoiato mentre giocavo, ore e ore a urlare cercando l'intonazione giusta del verso di qualche dinosauro, oppure le mille storie che inventavo con i centinaia di pupazzetti dei miei cartoni preferiti dell'epoca. Giocavo e non mi bastava mai, ne volevo sempre di più, ogni singolo momento della giornata l'avrei passato costruendo Lego, prendendo a calcinchiulo il Dr. X, oppure facendo diventare il tavolo della sala una zona di guerra con le mie Micro Machines. Ma ora? Ora il surrogato dei giocattoli sono i videogiochi. Perché vedersi un ventiquattrenne giocare con i pupazzotti le action figures dell'Uomo Ragno, potrebbe risultare un tantino da sfigati, che poi si rischia che la morosa ti prenda a coppini dietro la testa due a due fino a farli diventare dispari. O ti lascia. Una delle due cose, comunque, stavamo dicendo dei videogiochi; ora che sono un "uomo maturo" posso solo videogiocare, cosa che per altro ho sempre fatto, ma da quando ho uno stipendio da gestire posso permettermi di spendere qualche soldo in più e fare incetta di giochi. Ed è qui che nasce il mio primo problema: troppi giochi da giocare e poco tempo per farlo.

Mi sono promesso di non diventare mai così. Mai.
Ho quindi deciso di risolvere questo "problema", comprando solo quei giochi che reputo da giocare a tutti i costi. Dai più blasonati come The Last of Us, ai più sottovalutati e dimenticati stile Remember Me, per poi passare alle vecchie glorie del passato con la mia fissa per il retrogames. Ho circa una ventina di console e molti titoli per esse, ma solo pochi di loro ho portato alla fine. Perché? Il mio secondo "problema": la noia.


Mi sono accorto che videogiocare oggi è diventato noioso, quasi frustrante. Mi ritrovo tra le mani molto spesso titoli con meccaniche di gioco vecchie, mai puntate all'innovazione o alla sperimentazione. Vuoti contenitori di un divertimenti che sa di vecchio ancor prima di uscire sul mercato, blande copie dei classici del passato addobbate da grafica pompata in ultra HD. Ma perché quasi nessuno vuole migliorare la situazione? Perché la gente non si stufa di ripetere sempre le solite cose? Ci sono giochi che escono annualmente che non cambiano mai, rimangono sempre gli stessi, eppure vendono milioni di copie. Vai dal punto A al punto B, uccidi questo e quello, ripeti tutto da capo un centinaio di volte. Poi arriva il nuovo capitolo e vai dal punto A al punto B, uccidi questo e quello, ripeti tutto da capo un centinaio di volte. Poi arriva il nuovo capitolo e vai dal punto A al punto B, uccidi questo e quello, ripeti tutto da capo un centinaio di volte. Poi arriva il nuovo capitolo...

A volte mi manca Spyro.
Mi sono fermato a metà di molti titoli, anche importanti, perché mi sono rotto le balle. Situazioni trite e ritrite, trame scontate e banali, personaggi facilmente dimenticabili e quella sensazione di vuoto e incompletezza che mi prende ogni volta che ne guardo la custodia, mi hanno fatto abbandonare giochi che molti di voi magari reputano pure belli. Ma la verità è che ci stiamo prendendo per il culo. Sono pochi gli sviluppatori di videogiochi a cui piace sperimentare con i propri prodotti, molto meglio riciclare all'infinito il solito e collaudato stile di gioco, magari piazzandoci qua e là qualche contenuto scaricabile a pagamento totalmente inutile e superfluo. Giusto per fare cassa. Come ho già ripetuto in altre occasioni (tipo qui e qua), al settore videoludico manca qualcosa. E quel qualcosa per nostra fortuna lo si può ancora trovare tra gli sviluppatori indipendenti, che mai come in questi ultimi anni, stanno davvero dando sfogo alla loro creatività e mettendosi in risalto con titoli davvero validi e interessanti. Che siano loro il futuro del settore? Non lo so, sinceramente spero ancora in prodotti da tripla A dalle vecchie case editrici, ma dovrebbero svegliarsi fuori e cambiare rotta. Perché a lungo andare la sola grafica, i DLC e le solite quattro cose da fare potrebbero annoiare anche gli ultimi affezionati. Nel frattempo mi vado a giocare qualche gioco di Suda 51, che nei suoi giochi si faranno sempre le solite tre cose ma farle a modo suo è dannatamente più figo.

Stando attenti però a non pungersi.