mercoledì 16 luglio 2014

Il sangue del Kyughord

Precipita violentemente al suolo, la terra trema. Il boato e il rumore di alberi che si spezzano echeggia in tutta la vallata, poco prima che una coltre di polvere copra il luogo in cui è precipitata la creatura. Tra la fitta boscaglia si muove in gran velocità un gruppo di cacciatori, si dirigono verso la loro preda. Sui loro volti le vecchie pitture da caccia, arcaici simboli propiziatori; le loro vesta sono ricavate dalle pellicce delle loro prede, i loro elmi sono di metallo scuro e contornati dalle corna dei cervi del monte Agarath. I loro archi sono ricavati dal legno delle foreste di sambuco delle regioni di Hymh mentre le corte spade se le tramandano da padre in figlio, di generazione in generazione e ognuna si esse ha un nome. Perché non sono un semplice strumento di morte, non servono per cacciare, nessuno caccerebbe mai con una spada, esse servono ad un unico scopo: sacrificare la preda agli dei.

Superano il torrente saltando da un masso all'altro, si fanno strada spezzando e tagliando ogni ramo e cespuglio gli si pari dinnanzi, non si fermeranno per nessun motivo al mondo perché sanno che ogni minuto che passa, il Kyughord racquisterà sempre più energia e potrebbe tornare addirittura a volare. E loro questo non lo vogliono assolutamente. La nube di polvere alzata dalla caduta si sta lentamente posando a terra, lasciando intravedere una gigantesca sagoma scura; una volta giunti a pochi metri da essa si fermano ad osservare meglio la loro ambita preda. Una creatura alta più di dieci metri, ricoperta interamente di piume rosse, potrebbe ricordare per certi versi un felino se non fosse per il suo collo allungato e per il viso dai lineamenti decisamente umani, le grosse ali sono ripiegate lungo la schiena, entrambe sono spezzate e grondanti sangue.
Il più giovane dei cacciatori si avvicina lentamente al muso del Kyughord, lo guarda dritto negli occhi: due bellissimi occhi azzurri che stanno piangendo.
<<Non piangere, poiché il tuo sacrificio salverà la nostra gente dall'oscura malattia che la tormenta>>. Dice con tono gentile il ragazzo.
<<Kor, non possiamo attendere oltre>>. Il capo dei cacciatori è stanco, vuole tornare al più presto a casa per portare al druido il sangue della creatura. Sua figlia più piccola è già morta e non vuole che lo stesso accada pure con la più grande, quindi estrae la spada dal fodero e si avvicina a grandi passi alla bestia. Guarda il suo corpo respirare sempre più lentamente, mentre dalle numerose ferite sgorga copioso il prezioso sangue. Devono fare in fretta.
I cacciatori velocemente circondano la creatura, ognuno di loro alza la spada al cielo ed inizia a pregare:

<<Dei creatori del mondo, 
a voi dedichiamo questa caccia,
aiutate questa povera creatura a raggiungere il sacro Vyuijin e poter godere della meritata pace, 
che il suo sacrificio non sia stato vano e che la sua anima non ci porti rancore,
che le nostre lame siano benedette dal vostro potere affinché la nostra preda diventi sacrifico per voi,
donategli la serenità eterna.
Shurk>>.

Detto questo iniziano a colpire la bestia, mentre le sue urla strazianti rimarranno nella mente di Kor per tutta la sua vita. Qualche minuto dopo è calato ormai il silenzio, i cacciatori hanno riempito fino all'orlo ogni giara e sono pronti per tornare al villaggio, tutti tranne uno. Kor. Lui rimane immobile ad osservare il viso della creatura. Piange per quello che ha fatto, per il dolore che ha dovuto impartire alla povera bestia. Si chiede se era proprio necessario tutto ciò, se non c'erano alternative.
<<Kor, posso capire quello che stai provando, ma non c'era altro modo. Gli anziani hanno detto che il sangue del Kyughord è l'unico rimedio alla malattia che sta sterminando la nostra gente; lo sai cosa dicono le antiche leggende sul suo sangue, vero? Lo sai che è la nostra unica possibilità. Ora vieni, dobbiamo tornare al villaggio>>. Il capo dei cacciatori sta per voltarsi quando il ragazzo gli dice: <<Se è vero che il sangue del Kyughord guarisce ogni male, come mai quando è precipitato non si è curato? Perché in questi due giorni di caccia continua le sue ferite non sono mai guarite? Perché se n'è rimasto immobile mentre lo facevamo a pezzi?!?>>. Il ragazzo guarda il capo dei cacciatori attendendo una risposta, ma quest'ultimo non sa cosa dire, per tutta la vita non ha mai dubitato delle parole degli anziani del villaggio, mai. Ma le parole di Kor hanno smosso qualcosa, la sua convinzione assoluta delle cose vacilla, nella mente si raggruppano pensieri e avvenimenti passati che messi assieme potrebbero significare qualcosa. Che forse il ragazzo abbia ragione? Che le vecchie leggende siano sbagliate? Il dubbio attanaglia il cuore del capo dei cacciatori.
<<Kor, ragazzo mio, ci sono misteri su questa terra che neppure se tu vivessi per cento anni potresti mai capire. Lascia da parte ogni dubbio e ascolta le parole degli anziani, loro sono certi di quello che dicono e le antiche leggende sono le radici della nostra cultura, senza di esse noi non saremmo diversi dai barbari che abitano le terre dell'est. Ricordati di questo giorno ogni volta che la tua fede vacillerà, perché oggi hai avuto dimostrazione di quanto siano stati magnanimi gli dei con noi, tenendoci immobilizzato il Kyughord affinché noi lo sacrificassimo a loro e potessimo raccogliere il suo sangue>>. Detto queste parole, il capo dei cacciatori indica al ragazzo di riunirsi al gruppo per far finalmente ritorno al villaggio, ma prima di ripartire lancia un'ultimo sguardo alla carcassa martoriata della creatura e dentro di lui sente il bisogno di piangere, cerca di trattenersi e di sembrare il più normale possibile, nonostante per tutto il viaggio sia l'unico a non proferire parola. Dentro di lui qualcosa è cambiato. Ora non è più tanto sicuro delle parole degli anziani