lunedì 16 novembre 2015

Il Consiglio dei Fumetti - novembre 2015

Benvenuti nel Consiglio dei Fumetti, una loggia in cui noi tutti possiamo scambiarci opinioni sul mondo dei fumetti, sia moderni che vintage, in assoluta libertà. Questa nuova rubrica mensile è stata creata con lo scopo di riunire quelli che tra di voi hanno la passione per il mondo delle nuvole parlanti; non importa di quale anno, nazione o autore essi siano. Potrebbero essere volumi dimenticati dal tempo, fumetti di nicchia o autoproduzioni, ma anche roba moderna o le ultime news del settore. Qui, ognuno di voi, può proporre una propria recensione di un qualsiasi fumetto abbia letto, magari consigliandone la lettura ma anche il contrario, criticandolo senza aver paura di esprimere il proprio parere personale. Essendo una loggia ci sarebbe bisogno di un saluto segreto stile "Gabba Gabba Hey" o simile, ma non sono bravo in queste cose, quindi fate voi. Io inizio questa prima seduta del Consiglio dei Fumetti dicendo la mia su:
Dylan Dog n.350 
"LACRIME DI PIETRA"

Non ricordo l'ultima volta che ho comprato un Dylan Dog, ed è un brutto segno. Credo che sia stato il primo numero della collana "Dylan Dog - I COLORI DELLA PAURA", quello con LA NUOVA ALBA DEI MORTI VIVENTI, la rivisitazione del primo storico numero della serie a cura del famigerato Roberto Recchioni. E? E niente, l'ho trovato un fumetto senza spessore, che non mi ha lasciato nulla una volta letto. Ma sono gusti personali. Credo. Comunque torniano al numero 350, "LACRIME DI PIETRA", interamente creato dal veterano Carlo Ambrosini che mette però in secondo piano il titolare della serie, concentrando l'attenzione sul caro buon vecchio ispettore Bloch e sulla sua degenza in una clinica ospedaliera in cui fa la conoscenza di due donne, in particolare della giovane e bella Crispille, una ragazza portoghese che ha perso la vista e di cui il vetusto ex-ispettore prova sentimenti ben oltre alla semplice amicizia. Tralasciando un secondo la trama, il numero è disegnato bene e il fatto che sia a colori risalta al meglio le doti artistiche di Ambrosini. Peccato però, che tutto il resto mi abbia fatto storgere il naso dall'inizio alla fine, per colpa di una storia non troppo profonda e dal ritmo altalenante. Leggendolo ho avuto come la sensazione che mancasse una parte del fumetto, come se il tutto fosse stato messo a fatica in quelle 100 pagine scarse che offre il formato di Dylan Dog. Arrivando verso la fine, la storia spinge l'accelleratore al massimo, tralasciando gli aspetti sentimentali della vicenda in modo troppo affrettato, senza riuscire a coinvolgermi minimamente. Ma come ho già detto, questo è quello che ho provato io, magari se qualcuno di voi l'ha letto gli può essere anche piaciuto, ma per me è stato un brutto ritorno al classico bonelliano e non so quando ritornerò -se ritornerò- a seguire le vicende de l'investigatore dell'incubo.

Ora tocca a voi, miei cari Consiglieri, date libero sfogo alla vostra cultura fumettistica. E trovate un saluto migliore di Gabba Gabba Hey, grazie.