mercoledì 27 gennaio 2016

X-Files, un nuovo inizio (forse)

Dopo quattordici anni, ecco ritornare la coppia di agenti dell'FBI più famosa della storia, interpretati ancora una volta da David Duchovny e Gillian Anderson, rispettivamente Fox Mulder e Dana Scully. Tralasciando i due dimenticabili film, cosa può ancora raccontare questa serie? Quali cospirazioni e misteri ci sono ancora da svelare? E soprattutto, riesce ad essere al passo coi tempi? La risposta è...


...No. O meglio no, non ci riesce per il semplice fatto che è una serie nata negli anni 90. Di conseguenza ha un'impostazione degli episodi forse troppo classica, dove l'azione viene messa in secondo piano e per la maggior parte del tempo si assiste ai continui litigi dei due protagonisti: la solita scettica Dana e il solito Mulder, fissato con i rapimenti alieni e le cospirazioni segrete. In nove stagione non è mai cambiato niente e, per il momento, neppure questa mini-serie sembra portare novità nella trama. Viene nuovamente formata l'unità X-Files, ritornano quasi tutte le vecchie conoscenze e ci si ritrova di nuovo a indagare l'ignoto, come se nulla fosse mai successo. Proprio come da tradizione, con episodi  quasi autoconclusivi; giusto quei due o tre indizi a puntata che portano avanti la trama principale, senza però inserire niente di nuovo o eclatante. Ma forse è meglio così, alla fine a X-Files gli si vuole bene per questo motivo: perché possono passare gli anni, ma basta sentirne la sigla per ritrovarsi di nuovo angosciati. Una mini serie che probabilmente non farà la storia della TV, ma che ogni aficionados attendeva da tempo. Anche solo per sapere se fosse ancora bona la Gillian Anderson. Ma se state cercando la risposta posso solo dirvi che...

lunedì 25 gennaio 2016

Micro Racconti - volume 4


Arca
La terra trema, mentre il suono assordate di una città in preda al panico viene sovrastato dall'orlo della titanica Cosa. Una fitta coltre di fumo nero e denso si alza dalle macerie dei palazzi rasi al suolo dal suo passaggio, mentre un fiume di persone in fuga si riversa nelle strade; facendosi largo tra le macchine abbandonate, spingendosi, calpestandosi, ammassandosi e stritolandosi tra loro, in un ammasso di corpi senza precedenti, dove i vivi si mescolano ai morti ed i feriti; tutti in fuga da quell'essere fagocitato dalle profondità della Terra, una creatura primordiale, dalle fattezze arcaiche: talmente grande da sovrastare la città. Questo è l'inizio di una nuova era, dove l'uomo non sarà più la specie dominante.

Guardando alle stelle 
«Eccone una!» esclama il giovane mago. «Dove? Non ho fatto in tempo a vederla...» gli risponde dispiaciuto Lono, il suo amico immaginario. «Non ti abbattere, vedrai che la prossima volta andrà meglio» lo rincuora il giovane mago. «Miir, posso chiederti del perché stiamo qui, col naso all'insù, a cercare le stelle cadenti? Io mi annoio, voglio andare a giocare» dice con tono annoiato l'amico immaginario. «Sai Lono cosa sono i desideri?» gli chiede il giovane mago, mentre con lo sguardo scruta l'universo alla ricerca di un'altra stella cadente. «Certo, sono quelle cose che voi uomini vorreste tanto accadessero. Sono i vostri sogni, quelli a cui tenete di più e che li vorreste veder realizzati». I due amici rimangono in silenzio per qualche minuto, poi, improvvisamente, ecco passare sulle loro teste una piccola stella. «Eccola Lono! Esprimi un desiderio!» gli dice il giovane mago, mentre con un dito segue la stella. Lono chiude gli occhi ed esprime un desiderio. «Sù, coraggio, dimmi cos'hai desiderato» chiede incuriosito il giovane mago. «È semplice» risponde con un sorriso Lono. «Ho desiderato che tu non smetta mai di credere negli amici immaginari». I due rimangono a guardare in silenzio il cielo; entrambi sorridenti e felici. Entrambi hanno espresso il medesimo desiderio.

martedì 19 gennaio 2016

LA RECEN(T)SIONE DI: Revenant - Redivivo (2016)

Dopo più di un anno senza scrivere una Recen(t)sione, rieccomi qui, a ricominciare con questa rubrica lasciata per troppo tempo abbandonata a se stessa, dispersa nella fitta e insidiosa foresta della mia Mente. Una rubrica creduta morta, ma che ora torna, rediviva più che mai e pronta a vendicarsi. Un po' come il protagonista di:


Girato, co-scritto e co-prodotto dal regista Premio Oscar Alejandro González Iñárritu, divenuto famoso con Birdman, Revenant o The Revenant è liberamente tratto dalla vera storia di Hugh Glass (Leonardo DiCaprio): un cacciatori di pelli ed esperto trapper vissuto in America tra la fine del 1700 e gli inizi dell'800, che durante una spedizione viene attaccato da un grizzly. I suoi compagni cercano di salvargli la vita rattoppandolo come meglio possono, ma sanno che le ferite riportate sono troppo gravi e che difficilmente sopravviverà a lungo. Il capitano della spedizione, Andrew Henry (Domhnall Gleeson) decide quindi che continuare a portarsi dietro il ferito è troppo pericoloso per tutto il gruppo, dato che oltre alle intemperie della natura -vera protagonista del film- ci sono pure gli ostili indiani Arikara, che già a inizio film danno il loro benvenuto nel Nuovo Mondo ai visi pallidi a suon di frecce e calcinculo. Viene quindi chiesto chi, tra i pochi uomini rimasti, vuole fare compagnia al cadaverico Hugh "non vinco mai l'Oscar" DiCaprio, nei suoi ultimi momenti di vita promettendogli una degna sepoltura, previo bonus raddoppiato di Dollari per chi fosse rimasto con lui fino alla fine. A vegliare sul poveretto rimangono suo figlio Hawk (Forrest Goodluck) avuto con una donna Pawnee, il giovane Jim Bridger (Will Poulter) e il Gran Ladr. pezz di merd, Figlio di Putt, Gran Farabutt Ladr Matricolat Paracul di John Fitzgerald (Tom Hardy). Tutti gli altri ciao, stammi bene, ci vediamo presto contaci.


Ovviamente, il caro buon vecchio Hugh Glass non vuole tirare le cuoia, nonostante le raccomandazioni di Fitzgerald, in quale è rimasto solo per la ricompensa finale in Dollaroni. Tra i due il rapporto non è mai stato pacifico, colpa dei vari diverbi e della natura meticcia del figlio di Glass, che Fitzgerald non tollera. Ed è proprio durante un litigio tra quest'ultimo e Hawk, deciso a salvare la vita del padre a tutti i costi, che succede il fattaccio che porterà avanti la trama del film: Jim Bridger nel frattempo si è perso la scena e al suo ritorno al campo viene convinto ad abbandonare il povero Glass al suo destino, nonostante sia ancora vivo. Da questo punto in poi ha inizio la lunga strada della vendetta, passando da panorami maestosi alla crudeltà cinica verso tutto ciò che circonda l'uomo. Perché Revenant non parla solo di un uomo da solo contro il mondo, ferito, colerico e allo stremo delle forze; The Revenant è un viaggio nell'America più selvaggia, quella che nessuno vuole raccontare, fatta non da eroici pistoleri, ma da uomini marci dentro e fuori, in lotta l'uno con l'altro come vere e proprie bestie. La natura, come ho già scritto, è la vera protagonista della pellicola del messicano Iñárritu, dove non esistono eroi di frontiera, ma solo gelidi fiumi e innevate foreste. Luoghi dove la neve candida si tinge di sangue, al passaggio dei famelici personaggi che animano questa storia, fatta di fatica, sacrificio e soprattutto vendetta. 




Revenant - Redivivo, è un film duro, sicuramente non per tutti, ma che dimostra quanto una persona sia disposta a sopportare pur di raggiungere i propri obiettivi. Un documentario cinematografico, condito dalla violenza dell'uomo contro se stesso e la natura primordiale. Nonostante sia tratto da una storia vera, di vero ha ben poco; ma forse è meglio così, per non sminuire l'impresa titanica compiuta dal redivivo Hugh Glass: l'uomo che ha saputo sfidare se stesso ed il mondo, uscendone vincitore.

Nella foto lo sguardo di Leo, quando scopre che a vincere l'Oscar al suo posto è l'orso.

mercoledì 13 gennaio 2016

La vostra opinione su...le nuove generazioni



Sì, sembra uno di quei post da persone anziane o da psicologi invitati alle trasmissioni mattutine della Rai, ma per una volta sono serio: cosa pensate delle nuove generazioni di ragazzi? Quelli con il risvoltino ai pantaloni, cappellino di traverso e aria da strafottenti, del tipo se mi guardi ancora sei un uomo morto. Per fortuna non sono tutti così, ma purtroppo la maggior parte sì. Questo post ha poco a che vedere con quello di cui mi occupo solitamente, ma è un argomento che mi sta particolarmente a cuore avendo un fratello in quella fascia d'età, quella dei fantomatici bimbiminkia. Senza soffermarmi troppo sui loro costumi e abitudini, volevo dire due cose sulla vita di questi proto-adulti senza arte ne parte: tutti noi siamo stati ragazzini, alcuni non sono nemmeno mai cresciuti mentalmente, ma vivevamo il mondo in un modo diverso; forse eravamo troppo ingenui noi, ancora edulcorati dalla purezza della nostra infanzia, ma guardando i ragazzi di oggi mi sono accorto che vivono la vita in modo completamente diverso, più aspri, più disillusi e più -a mio avviso- rabbiosi. Sono i figli della società moderna, cresciuti da genitori non sempre presenti, lasciati troppo spesso da soli e senza difese davanti ad un mondo malato. Hanno troppa fretta di crescere, saltando a piedi pari le fasi dell'adolescenza, credendosi già arrivati, già imparati. Già esperti di vita, in una vita virtuale fatta di selfie e numero di "mi piace". Cosa gli riserverà il futuro non lo posso sapere, ma auguro alle generazioni che verrano una riscoperta dell'infanzia, del gioco, dei valori e del rispetto, che purtroppo i vari Internet e programmi TV di oggi non hanno saputo insegnare al popolo dei bimbiminkia. Ah sì, sarebbero i genitori a dover insegnare queste cose ai propri figli, ma tra il lavoro, la palestra, l'aperitivo e tutto il resto, non credo che abbiano poi così tanto tempo da dedicargli. Ovviamente, quello che ho appena scritto, non è un discorso in generale, ma è indirizzato solo ed esclusivamente ad un certo tipo di individui. Sperando di non aver offeso nessuno, volevo chiedere il vostro parere al riguardo di queste nuove generazioni di oggi: il mondo ha ancora speranze, o Peppa Pig e Favij hanno messo la parola FINE al progresso?

Scherzo eh, non ho nulla contro Peppa Pig e Favicoso.





Più o meno.

lunedì 11 gennaio 2016

Inside the Games: Prince of Persia

Riecco tornare la rubrica Inside the Games, dove andremo a vedere le curiosità che si nascondono dietro ai videogiochi più famosi di sempre. Oggi faremo un viaggio indietro nel tempo, in una Persia da Le mille e una notte, accompagnati da un principe amante del parkour.

  • Il gioco viene ricordato principalmente per la qualità della grafica e delle animazioni; per ricreare in modo realistico le movenze del protagonista, Jordan Mechner -l'autore del gioco- ha usato la tecnica del rotoscoping sui filmati fatti al fratello, intento a saltare e fare capriole 

  • A ispirare il progetto sono stati, oltre alle ovvie novelle arabe, pure  film come Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta e Le avventure di Robin Hood.
  • Per creare le movenze dei combattimenti, Jordan Mechner si è basato sul duello finale tra gli attori Errol Flynn e Basil Rathbone nel già citato film Le avventure di Robin Hood, del 1938.

  • Nonostante sia stato elogiato dalla critica del settore, alla sua uscita sul mercato Nord Americano, il gioco vendette solo 7.000 unità: un fiasco totale. Solo quando il gioco giunse in Europa e Giappone, divenne un vero e proprio successo commerciale, consacrandolo come uno dei migliori titoli di sempre.
  • Nel 1992, un certo Chris White, portò alla software house Domark -i distributori inglesi del gioco- una versione non ufficiale di Prince of Persia per i computer SAM Coupé, il computer con processore a 8-bit più potente mai creato. Tale versione venne creata copiando pixel per pixel i fotogrammi del gioco originale. Purtroppo però, essendo stato sviluppato da una sola persona in modo amatoriale e senza l'aiuto di nessun professionista, questa versione del gioco risulta quasi ingiocabile per colpa dei troppi bug mai risolti. 


Inside the Games:

Tomb Raider (1996)  - Sonic the HedgehogSuper Mario Bros.Metal Gear - Shenmue - MediEvil - Resident Evil - Tetris - The Legend Of Zelda - Crash Bandicoot 

venerdì 8 gennaio 2016

Venerdì coin-op XLIV

Bentornati al Venerdì coin-op, la rubrica che vi riporta nelle sale giochi del passato, per conoscere o ricordare i videogiochi arcade più famosi di sempre. 


Sviluppato e pubblicato da Atari nel 1986, Darius è un shoot 'em up a scorrimento orizzontale che ha fatto la storia dei videogiochi. 


Alla guida dell'astronave Silver Hawk, comandata dai piloti spaziali Proco Jr. e Tiat Young, il giocatore deve affrontare e distruggere le flotte di veicoli alieni che incontra lungo i livelli di gioco. Le armi a disposizione sono un cannone laser e le bombe, più uno scudo d'energia denominato Arm, con il quale respingere gli attacchi nemici. Ognuna delle tre armi della Silver Hawk può essere potenziata raccogliendo delle sfere colorate, rilasciate da determinati alieni in base al loro colore: rosso i missili, verde le bombe e blu lo scudo.
Una volta raccolti sette potenziatori, le armi aumentano di livello e potenza di fuoco. Oltre ai già citati colori, esistono altri due potenziatori bonus, ottenibili colpendo determinate sezioni del livello: bianco, per ottenere punti bonus e arancio per le bombe che distruggono tutti i nemici presenti sullo schermo. 




I livelli del gioco sono molto particolari, infatti seguono uno schema ramificato dove alla fine di ognuno, dopo aver sconfitto il classico boss, il giocatore si trova a dover scegliere quale percorso prendere. Ogni livello è contrassegnato da una lettera dalla A alla Z.


Altra particolarità di questo titolo è la composizione della schermata di gioco, ben tre volte più lunga dei normali cabinati; per questo motivo il coin-op originale monta tre schermi affiancati tra loro. 



I nemici del gioco passano dalle classiche astronavi ai carri armati, alle torrette e vari tipi di ostacoli; ma il vero marchio di fabbrica di Darius sono i boss di fine livello, tutti caratterizzati con forme di pesci o altra fauna ittica. Prima di scontrarsi con uno di essi, una sirena suona l'allarme e compare sullo schermo la scritta WARNING, seguita dal numero di serie ed il nome del boss, quasi sempre ironico o fuorviante.



 Una curiosità: provate a leggere al contrario e tutto attaccato i nomi dei due piloti del gioco, Proco e Tiat.


Il gioco è divenuto in classico del genere, con numerosi seguiti e conversioni per ogni tipo di console domestica. Esiste anche una versione del cabinato chiamata Darius Extra Version, con una difficoltà più bilanciata e settaggi migliorati.







mercoledì 6 gennaio 2016

I miei videogiochi del mese - dicembre 2015

Dicembre: mese di feste, di pranzi e cene con parenti e soprattutto di regali. Io, essendo un bel bamboccione, mi sono finalmente auto-regalato una bella PlayStation 4 da 1 Terabyte. Che ovviamente non ho ancora provato. Perché, vi chiederete voi? Perché non ho ancora finito di sistemare il mobile della TV.


Quindi niente mobile, niente TV, niente Play 4. Ma prima o poi avrò il tempo di finirlo e potermi godere questa mia nuova console; nel frattempo comunque, mi sono dilettato con altri tipi di console che non necessitavano di una televisione.






Shovel Knight
(Nintendo 3DS)

Se non lo conoscete ve lo riassumo in tre parole: UN DANNATO CAPOLAVORO. 
Un platform con meccaniche alla Castlevania ed elementi da giochi di ruolo, con grafica in 8bit colorata e difficoltà incentivante. Un acquisto obbligato per tutti gli amanti dei retrogames e non solo.




Doom
(PC)

Che vi devo dire? Doom è uno di quei titoli che rigioco sempre volentieri. Specialmente nel periodo natalizio, dove tutti sono più buoni. Tranne me.





Alto's Adventure
(iOS)

Niente TV, niente partita annuale a SSX On Tour. Ma la mia voglia di volare (virtualmente) con lo snowboard sulla neve, anche quest'anno, è stata soddisfatta con questo gioco dall'atmosfera quasi fiabesca. Una corsa immersi in un ambiente minimale ma ricco di tanti piccoli dettagli, in grado di conferire al titolo un'aura quasi mistica.

lunedì 4 gennaio 2016

Cosa potreste trovare nella Mente nel 2016



Benvenuti nell'anno 2016! Anno di novità, di cambiamento, di chi vivrà vedrà; 2016, l'anno nuovo che cercherò di riempire con i miei post, con i miei racconti o con quello che mi passa per la testa. Mi piacerebbe creare nuove rubriche, come una dedicata alla recensioni di birre artigianali, magari. Ma pure ricominciare con le Recen(t)sioni, che ho snobbato per tutto il 2015, preferendo non parlare di film o altro che avrebbero potuto portare visibilità facile, preferendo fare tutto con le mie forze, sapendo che ogni persona passasse nella Mente lo facesse di sua spontanea volontà, non perché spinta dalla ricerca della parola chiave del momento. Diciamo che è stato un esperimento, per vedere dove sarei potuto arrivare senza contare sull'aiuto di niente e nessuno. Mi piacerebbe poi, andare avanti con i capitoli di Black Wolf e vedere come procede XAGAX, magari buttandoci dentro qualche nuovo Micro Racconto. Ma sopratutto, mi piacerebbe ritrovarvi ancora tutti qui, come se la Mente fosse un posto di ritrovo comune con tutti voi. Ecco, questo mi piacerebbe farvi trovare nel 2016: un luogo confortevole dove scambiarsi due parole, immaginare e creare cose. Le rubriche classiche di questo piccolo blog continueranno indisturbate, come il Venerdì coin-op, Inside the Games, Fake in China e tutte le altre che avete conosciuto. Poi ci sarebbe la storia di un certo diario di viaggio che ho trovato tempo fa in un mercatino dell'usato, ma è ancora presto per ulteriori dettagli. Non vi resta che rimanere sintonizzati su queste coordinate. Buon 2016 con la Mente.