lunedì 26 settembre 2016

La mia prima volta (da Dungeon Master)

E così, a ventisei anni, ho mosso i miei primi tragicomici passi nel mondo di Dungeons & Dragons


Io, quattro amici, due PC, manuali del gioco in ogni formato, cibo spazzatura, ignoranza, rutto libero e un sabato sera passato a lanciare dadi come fossero granate, mentre i vicini di casa avranno pensato le peggio cose sulle nostre madri. Ma chissene, era la giusta vendetta per tutte quelle volte che i suddetti vicini trascinano i mobili alle due di notte, camminando per l'appartamento con delle comode pantofole di ghisa. 

Essendo io acerbo in fatto di D&D, ed essendo pure un masochista, quando mi hanno chiesto se volevo fare il Master (per quelli che non lo sanno, è il capoccia che crea tutta l'avventura e dirige la congrega di avventurieri verso morti atroci emozionanti viaggi nel regno della fantasia) ho risposto subito di sì. Ma non avevo la minima idea di cosa dovessi fare. E quindi nel giro di qualche settimana, ecco che mi sono letto i vari manuali del Master, del Giocatore, dei Mostri e ho buttato giù una storia. Non avendo la minima idea di cosa stessi facendo -anche se l'ho appena scritto poco sopra, andava ripetuto- perché come abbiamo iniziato a giocare mi sono accorto dei miei errori di valutazione: un semplice combattimento è durato quasi un'ora. Sarà che dovevamo prenderci tutti la mano, sarà che i PG iniziali erano tutti a livello epico (per motivi precisi riguardanti la trama) e ciò voleva dire statistiche e abilità che nessuno sapeva gestire. Sarà che forse, gestire cinque nemici contemporaneamente da verginello del settore, sia paragonabile al ritrovarsi in pista la domenica mattina con affianco Rossi e Marquez che ti dicono: «Ci vediamo al traguardo», e tu sei un neopatentato alla tua prima uscita con il Ciao della Piaggio.

Alla fine della sessione, verso le cinque del mattino, ed incredibilmente tutti ancora vivi (non cerebralmente, le sinapsi del gruppo avevano battuto la ritirata almeno un'ora prima, quando per interrogare un prigioniero ci sono volute due persone e quindici minuti. E il prigioniero era un campagnolo con l'intelligenza di un comodino), abbiamo appurato che sì, si potrebbe continuare a giocare a D&D. Magari però, la prossima volta i dadi li lanciamo con mena enfasi, che alle quattro di notte non sono mica tutti bloccati nelle catacombe come noi.

mercoledì 21 settembre 2016

Il ritorno di Jeeg robot d'acciaio

La notizia era già nell'aria da qualche tempo, ma non essendo mai stata ufficializzata, e con la scarsa qualità delle foto apparse in rete, tutto sembrava convergere verso la bufala creata per infrangere i cuori dei nostalgici. E invece...


Nella pagina Facebook e nel sito ufficiale della Giochi Preziosi è apparsa la foto che vedete qui sopra, dove al centro è posizionato un bel Jeeg, precisamente questo:


Il jumbo, alto circa trenta centimetri, raffigura il classico Jeeg degli anni 70, ma la linea porterà il nome di Shin Jeeg, essendo incentrata principalmente sull'omonima serie del 2007, che il canale K2 ha iniziato a trasmettere per la gioia dei bambini quarantenni.


Al momento non si conoscono ulteriori dettagli sulla linea di giocattoli, oltre alla presenza di pupazzetti più piccoli chiusi in blister, raffiguranti vari personaggi della serie. La data della messa in vendita è un vago autunno 2016; non ci resta quindi che aspettare ancora un po', alla fine sono passati solo quarant'anni dall'ultima volta.

lunedì 19 settembre 2016

Le mie 10 canzoni preferite

E per 10 canzoni preferite, intendo quelle degli ultimi anni, perché per quelle di quando ero un moccioso col moccolo al naso se ne riparla magari un'altra volta. Premetto fin da subito che l'ordine in cui le troverete è del tutto casuale, nel senso che queste mi piacciono tutte in egual modo. Troverete canzoni completamente diverse tra di loro, sia come genere che come tematiche, ma ognuna di esse rappresenta una parte di me, un ricordo o un momento della mia vita da proto-adulto. Alzate il volume e buon viaggio.


10 - ROTTING CHRIST-In Nomine Dei Nostri
Ultima entrata nella TOP 10, questo gruppo è diventato in breve tempo uno dei miei preferiti; in passato li snobbavo ingiustamente, ma poi ascoltandoli meglio, ecco che è scoppiato l'ammmore.

9 - ROCKETS-On The Road Again
Rockets: un nome, una garanzia. Sano space rock anni 70-80, psichedelico, unico, e con questa cover dei Canned Heat sono semplicemente perfetti.

8 - WARDRUNA-Fehu

7 - DAVIDE VAN DE SFROOS-Il Camionista Ghost Rider
Folk italiano allo stato puro; sicuramente non è alla portata di tutti, per via del dialetto comasco (precisamente della variante tremenzina), ma i suoi testi sono così carichi d'umanità che ogni canzone parla direttamente al cuore.

6 - DIO-Stand Up And Shout
Ronnie James Dio, un pilastro dell'heavy metal. Punto.

5 - CAPAREZZA-Abiura Di Me
Tutti vi diranno che Caparezza è il rapper migliore che abbiamo in Italia. Balle, perché lui non è un rapper. Tralasciando i discorsi da fanboy, lo considero un ottimo artista e con questa canzone ha creato un inno alla mia parte nerd.

4 - BOSTON-More Than A Feeling

3 - SOULFLY-Prophecy
La colonna sonora delle mie superiori; sogni, speranze, progetti. Un profezia mai avverata.

2 - FINNTROLL-Födosagan 
I Finntroll sono uno dei miei gruppi preferiti, e trovare una canzone che mi piace più delle altre non è facile, quindi ho deciso di mettere una di quelle meno calcolate.

1 - IRON MAIDEN-The Trooper
Tra tutte le loro canzoni, The Trooper è in assoluto la mia preferita; una scarica d'adrenalina sparata a novemila nel cuore.

FUORI SCALETTA - HAVOC-Vicini E Lontani
Una vita fa, quando giravo per concerti in luoghi oscuri e più vicini all'apocalisse di quanto si possa pensare, questo gruppo torinese era la soundtrack perfetta di quel periodo così lontano della mia esistenza. Potevo mettere gruppi come i Negazione, Indigesti o Nerorgasmo, ma sono troppo mainstream. 

mercoledì 14 settembre 2016

Sausage Party, il trailer italiano del film d'animazione (da non far vedere agli amici vegani)

Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia, è un film d'animazione in CGI diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, che ci mostra il mondo dal punto di vista del cibo. Ma non fatevi ingannare dalle faccine pucciose delle carotine alla Pixar.


Posso già immaginare il polverone che solleverà questo Sausage Party nei nostri cinema; ignari genitori che portano i propri pargoli a vedere quello che secondo loro è solo un normale cartone, uno di quelli dove gli oggetti -in questo caso il cibo- parlano, in stile Toy Story. Nulla di più innocente, penseranno, poi però, partono le brutte parole e le scene vegan-splatter. E ci sarà il fuggi fuggi generale dalle sale, con madri incazzate e pargoletti in lacrime per le povere carotine spappolate. E poi ci sarò io, a ridermela come un cojone.

Il cast dei doppiatori originali è composto da personcine di tutto rispetto, come Seth Rogen (Cattivi Vicini, Sballati per le feste), Kristen Wiig (l'utimo Ghostbusters, Le amiche della sposa, The Martian), James Franco (faccio senza dirvi chi sia), Jonah Feldstein (The Wolf of Wall Street, L'arte di vincere), Salma Hayek, Edward Norton, Paul Rudd (Ant-Man), Michael Cera (Juno, Scott Pilgrim vs. the World) e tanti altri tizi famosi.

In America è uscito il 12 agosto, raccogliendo il consenso positivo della critica e del pubblico; nelle nostre sale arriverà invece il prossimo 31 ottobre. Vegani avvisati, mezzi salvati.

lunedì 12 settembre 2016

Qualche vintaggeria che rivorrei

Ci sono cose del passato che hanno lasciato il segno più di altre, vuoi per determinati ricordi a cui sono collegate, per la loro iconicità, per quel fascino che tutt'ora riescono a trasmettere. E poi ci sono cose che magari si ricordano in pochi, che non hanno fatto la storia e solo il sottoscritto vorrebbe vederle riproposte, anche senza un motivo, solo perché mi piacevano



Tipo i libri-gioco, o librogame; per chi non sapesse di cosa sto parlando, siete delle brutte persone. Per tutti gli altri: ma quanto erano belli?!? Ok, nella mia vita ne ho letto-giocato giusto un paio, schiattando sempre come un pirla, ma l'idea di un libro con cui poter in qualche modo interagire e giocare mi ha sempre affascinato. Infatti scrivere un racconto del genere mi piacerebbe molto, peccato che non se lo filerebbe nessuno, come purtroppo è accaduto con i librigame dalla metà degli anni 90. Giusto Joe Dever, che ho visto dal vivo almeno tre volte ed è sempre più depresso, continua a pubblicarne. Ecco, un regalo perfetto per i bambini debosciati di oggi sarebbe proprio un bel libro-gioco, per insegnargli il piacere della lettura, sviluppando la fantasia e la logica.




C'erano una volta i contenitori per ragazzi, come Bim Bum Bam, Solletico, Go- Cart e Disney Club, che riempivano le giornate di noi mocciosi degli anni 80/90 con cartoni, giochi e pubblicità di giocattoli belli bellissimi. Ora esistono solo canali tematici, dove tra repliche infinite e maratone di cartoni animati disegnati male, le piccole menti dei giovani telespettatori sono in balia di Masha e Orso, Dora l'esploratrice e Paw Patrol. Cosa sia Paw Patrol? Boh.





Altro programma che rivorrei alla TV è Giochi senza frontiere (Jeux sans frontières), forse l'unica manifestazione sportivo-goliardica che tutt'ora saprebbe appassionarmi. Molto prima di Mai Dire Banzai con annessi Takeshi's Castle e The Gaman, JSF sapeva come far divertire gli spettatori, in modo demenziale e parodistico.



Adoravo girare con il mio lettore cd, certo, non era pratico come un MP3, ciucciava batterie come se non ci fosse un domani e dovevo portarmi appresso le custodie porta CD. In pratica il mio zaino di scuola era occupato per metà dalle custodie, pile di riserva e almeno un paio di cuffie rotte, attorcigliate in un abbraccio perenne tra di loro. Ma poi, c'è ancora qualcuno oltre a me che usa gli MP3? O vi sentite tutti la musica con gli smartphone e affini?





Chi si ricorda dei POG? Quei dischetti di plastica o carta raffiguranti mostri e ogni genere di cosa andasse di moda in quegli anni? Non sono una vintaggeria molto utile o caratteristica, ma c'è stato un periodo in cui ne ero ossessionato, avevo addirittura una macchinetta per fabbricarli.


E voi, avete delle vintaggerie che vorreste tornassero ai giorni nostri?

venerdì 2 settembre 2016

LA RECEN(T)SIONE DI: In Mass Media Res



In Mass Media Res sembra quasi un grido di battaglia, ed in effetti, è proprio quello che percepisci leggendo le brevi storie che formano il volume. Senti lo spirito di rivolta di chi dice NO! Di chi non vuole darla vinta al sistema, di chi, come gli 11 artisti che hanno lavorato al progetto, ha il semplice desiderio di poter disegnare e pubblicare fumetti in modo libero, in un mondo dominato dalle solite quattro case editrici che tengono in pugno il mercato. Per questo motivo è nata la McGuffin Comics, per essere una valida alternativa col potere dell'autoproduzione, libera da ogni costrizione di mercato e in grado di dare spazio a giovani talenti del fumetto. E In Mass Media Res, il loro primo lavoro, si respira la grinta che questi giovani ragazzi hanno messo nel creare quest'opera, nel dare forma alle proprie idee, alle loro opinioni. Quattro storie di denuncia sociale, ambientate in altrettanti mondi distopici differenti, dove al centro di tutto c'è il rapporto che hanno i vari personaggi con i Mass Media, con quella informazione per le masse che ogni giorno ci circonda, in un rapporto quasi forzato, o morboso, a seconda dei casi. Qualcuno ha forse detto Barbara D'Urso?





Le quattro storie (scritte da Mattia Ferri e disegnate da Nicolò Belandi, Rosa Anna Esposto, Amanda Galli, Elisa Mereu e Massimiliano Talamazzi)sono legate tra di loro da una quinta (scritta invece da Mattia Boglioni e disegnata da  Laura Mondelli, anche autrice della fighissima copertina) completamente silenziosa e cupa, che vorrebbe far riflettere il lettore, con l'intento di fargli aprire gli occhi, senza però riuscirci. Perché? Perché ormai siamo parte integrante del complesso ingranaggio che muove il mondo, siamo il mezzo con il quale i Mass Media si propagano. Noi siamo esattamente come il protagonista della quinta storia.


Gli artisti che hanno lavorato al progetto provengono quasi tutti dalla Scuola Internazionale di Comics di Brescia, sono ragazzi giovani, promettenti e sono sicuro che col tempo imparerete a conoscerli meglio. Oltre ai disegnatori già citati, aggiungo la partecipazione di eviaac, Stefano Alghisi e Luigi Filippelli con le loro illustrazioni e l'aiuto di Cristian Bisin con il lettering. Spero di non essermi dimenticato nessuno, comunque: parlando della McGuffin Comics, la casa è stata fondata nel 2015 da Mattia Ferri e Mattia Boglioni e questo è il loro primo volume, se siete interessati e volete (dovete) leggerlo, potete trovarlo facilmente alla Games Academy di Desenzano del Garda, presso la libreria L'Ozio di Brescia oppure, nel caso abitiate dall'altra parte dell'universo, potrete richiederlo direttamente mandando un messaggio sulla loro pagina facebook.


Io, in questo periodo di allontanamento dal fumetto mainstream, con questo progetto ho avuto una piacevole sorpresa; una lettura certamente non allegra e spensierata, ma che sicuramente ha saputo catturare la mia attenzione. Promosso con la speranza di vedere al più presto altre loro opere, sperando che l'asticella della qualità salga sempre più in alto.