mercoledì 21 gennaio 2015

Una vita videoludica

In principio fu Rastan, o almeno credo. Perché sapete anche voi che i primi anni sono avvolti da una coltre di mistero, ricordi offuscati e sbiaditi dal tempo. E potrebbe pure darsi che mi sbagli, e che invece di un guerriero barbaro ero uno stregone durante un Solstizio; ma subito dopo ecco che i ricordi tornano nitidi e rimembro di quei pomeriggi passati a saltare in testa a funghi e tartarughe, alla disperata ricerca di quella maledetta principessa rapita dal drago e portata in cima ad un castello platformico e bastardissimo. Passò poco tempo, e della principessa Pesca e del suo rapitore sputafiamme me ne sbattei altamente: ero troppo preso dall'avvento del 3D, quindi mi misi alla guida di bolidi costosissimi e partii per i circuiti internazionali del Grand Turismo. Poi all'improvviso, non potei fare a meno di partire all'avventura accompagnato dalla bella e letale Lara Croft; con lei ho risolto enigmi e trovato tesori nascosti, tutto sembrava andare per il verso giusto, fino a quando non fui mandato su Marte per affrontare una legione di demoni. DOOM.


Una volta tornato sulla Terra, conobbi un draghetto che non sapeva volare e un Bandicoot. Con loro due mi sono divertito molto, purtroppo però, venni richiamato alle armi e dovetti arruolarmi nei SeeD, dove imparai ad evocare i potenti Ifrit e Shiva. Cosa che mi è tornata utile più volte per affrontare i nemici più forti e per salire di livello; un po' come l'allenamento che ho fatto fare ai miei Pokémon per riuscire a diventare il campione della Lega. Ma tutto questo non mi bastava, volevo osare ancora di più, dovevo infiltrarmi di nascosto nella base nemica e colpirli dall'interno: dovevo distruggere la loro arma definitiva, il Metal Gear.


Passano gli anni, io cresco e dopo aver salvato il mondo per l'ennesima volta dalla distruzione per mano di Sin ed aver evocato per l'ultima volta Ifrit e Shiva, decido di partire per il fronte ed aruolarmi negli ISA, per fronteggiare l'avanzata degli Helghast. Tornato a casa trovo ad aspettarmi Paperino e Pippo, che mi dicono che il Re è scomparso e che gli Heartless vogliono impadronirsi del cuore dei mondi. E io mica potevo rifiutare e dirgli di no. Sono quindi partito, armato solo di una chiave, per ritrovare il Re. Lungo il cammino però, mi sono imbattuto nel demone Mundos e in mio fratello Virgil, che mi hanno trascinato letteralmente all'inferno. Un'esperienza da brividi, ma mai quanto a quella passata per le strade di Silent Hill. In quella cittadina ho conosciuto il vero significato di paura.


Qualche anno più tardi, dopo essere stato a girovagare per San Andreas, passai le vacanze estive con Tony Hawk e la sua banda di Skaters, mentre d'inverno andavo giù in picchiata con il mio snowboard sulle piste di SSX. Nel frattempo mi diedi pure delle arie sfasciando le macchine in incidenti epocali e facendo Burnout, prima di essere rinchiuso nel Vault 106. Quando finalmente riuscii a scappare, mi ritrovai in un mondo post-apocalittico, che esplorai in lungo e in largo, fino alla città di New Vegas. In seguito scoprii d'essere un Sangue di Drago e trascorsi molto tempo per le gelide lande di Skyrim, dove imparai a combattere come i veri uomini e a non temere l'oscurità dei dungeon.


Ed ora dove sono? Cosa sto facendo? Non lo so con certezza, sono diventato un nostalgico e sono andato ad Hyrule più volte per salvare una principessa, ma non quella Pesca, anche se i loro destini sono per certi versi simili. Ora per passare il tempo guido pure le astronavi contro flotte infinite di nemici, in un turbinio di luci psichedeliche e melodie martellanti. Ho fatto amicizia con vecchie leggende del passato, che per troppo tempo ho bistrattato ingiustamente; ed ora sono pronto, posso ricominciare a viaggiare di mondo in mondo, accompagnato dagli amici di una vita. Una vita videoludica.