martedì 19 agosto 2014

La preda

Sono esausto. Ho attraversato le antiche foreste e solcato il mare; mi sono fatto strada strappando ogni mio passo alla stanchezza, senza mai cedere, sono andato avanti nonostante i piedi mi sanguinassero e il peso dell'armatura mi spaccasse la schiena. Ho sopportato la fame e il freddo, sono caduto e mi sono rialzato. E ogni volta che il dolore e la fatica stavano per farmi cedere, ho pensato a te. La mia preda. La mia forza.

Ora però, sono finalmente arrivato. Tu non puoi ancora vedermi ma io, dal fitto della boscaglia, ti sto osservando: un po' come fa un innamorato. Sei bellissima.
Osservo i tuoi movimenti leggiadri, sembra quasi che non tocchi terra quando cammini, come se non fossi di questo mondo. E più ti guardo e più mi viene un nodo alla gola. Le mani tremano. Mille domande si accavallano nella mia testa, il dubbio striscia come un serpente subdolo nella mente.  
"Non puoi farlo" mi dice.
"Ma io devo farlo" gli rispondo. Ma lui già non c'è più e al suo posto ora c'è un altro serpente, ancora più pericoloso: si chiama paura.

Tu intanto, continui nella tua vita di tutti i giorni, inconsapevole della mia esistenza e del fato oscuro che pende sulla tua testa. Amore mio, mi dispiace.
Rimango ancora qualche istante ad osservarti da qui, dove non posso essere visto. Guardo il tuo corpo muoversi, lo immagino caldo, morbido. Mi dispiace davvero tanto che tu sia la mia preda, a volte vorrei non essere quello che sono, quasi come se me ne vergognassi. Ma la vita è così, o sei una preda o sei un cacciatore. E io sono un cacciatore.

Caccio giù per lo stomaco la paura, estraggo la lunga spada dal fodero e la stringo saldamente tra le dita. Tu hai avvertito il rumore dei miei passi, l'ho visto perché ti sei fatta più cauta nei movimenti. Io quasi non respiro pur di non far rumore, attutisco ogni passo il più possibile mentre mi avvicino a te. Siamo a pochi metri ora e posso solo dirti che sei la più bella preda che abbia mai cacciato. Sei bellissima. Sei mia.

Scatto verso di te, la spada si alza nel cielo, tu finalmente ti accorgi di me e per la prima volta ci guardiamo negli occhi. I nostri sguardi si infrangono come il mare in tempesta contro gli scogli. Siamo due forze della natura che stanno per scontrarsi, io la fiera bestia da caccia e tu l'incantevole perfezione del creato. Ma prima che la mia lama possa spezzare tale bellezza, il mio corpo è spazzato via.

"Ma che succede?!?" mi domando rialzandomi a fatica a qualche metro di distanza.

Alzo lo sguardo e tu non ci sei più, sei fuggita al destino. Sei fuggita da me. "Ma come è possibile?" .
Poi vedo chi è stato a salvarti. Un cinghiale. Un fottutissimo cinghiale gigante. Ma porc...


In questi giorni ho ripreso in mano il gioco per PSP, Monster Hunter Freedom Unite. Erano anni che non ci giocavo e mi ero dimenticato di quanto fossero rompicojones i vari dinosauri e cinghialoni, soprattutto quando stai lottando contro la preda principale e loro arrivano a tradimento e ti colpiscono alle spalle. Gli stronzi. Bene, questo racconto è dedicato proprio a voi. Che mi rompete sempre le balle ogni volta che vado a caccia. Grazie.