venerdì 9 maggio 2014

Venerdì coin-op VI


Se devo pensare ad un gioco che ha spopolato negli anni 90 nelle sale giochi e nei bar, mi viene subito in mente Golden Axe. Hack'n slash (picchiaduro a scorrimento in cui si usano armi da taglio) con ambientazioni fantasy classiche sviluppato e prodotto da Sega nel 1989.


Tre sono i personaggi utilizzabili:
Ax Battler-Barbaro armato di uno spadone a due mani, è capace di usare la magia della terra.
Gilius Thunderhead-Un nano armato di una grossa ascia, come fa intendere il nome è in grado di usare la magia del fulmine.
Tyris Flare-L'unica femmina del gruppo, è un'amazzone armata di spada che usa la magia del fuoco.

"Nano a chi?!? We ciccio, ti gonfio come una zampogna e ti suono a Natale".
La storia narra di come il malefico Death Adder, abbia rapito il re e la regina e di come si sia impossessato della Golden Axe, il simbolo di potere del regno. I nostri eroi allora partiranno per prendere a calcinchiulo lui e tutta la razza sua.


Death Adder è il coglione sullo sfondo.
Nel gioco potremo pure usare delle cavalcature, come ad esempio i draghi...


Un bel drago è quello che ci vuole per scaldare la situazione.
 ...e i Bizarrians, cioè quel coso rosa.


Di una bruttezza assurda.
Come gameplay è divertente per tipo i primi 5 minuti, poi ti cadono le mazze chiodate a terra per colpa della monotonia; ma penso che sia una cosa normalissima visto il genere di gioco. Risulta più divertente se giocato in compagnia di qualche amico, magari accompagnato da birra e patatine.


Venne pubblicato pure per varie console dell'epoca, ma la versione per Mega Drive viene considerata come il porting migliore di tutti, grazie anche ai livelli in più e la qualità rispetto alle altre versioni. Sono stati pubblicati vari seguiti, un gioco di ruolo e persino un picchiaduro ad incontri con tutti i personaggi della serie. Ma il peggiore è senza ombra di dubbio l'ultimo capitolo per PS3 uscito nel 2006, Golden Axe: Beast Rider.
Ancora oggi, alla Sega, c'è qualcuno che si butta in preda alla disperazione al solo sentirlo nominare.


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