venerdì 19 giugno 2015

Venerdì coin-op XXVII

Rieccoci qui, pronti per un nuovo appuntamento con il Venerdì coin-op, la rubrica sui cabinati più famosi delle sale giochi. Oggi viaggeremo in un modo fatto di cubi, ma senza -purtroppo- le cubiste, sto parlando del leggendario:


Sviluppato e prodotto dalla Gottlieb nel 1982, Q*bert è un classico dei videogiochi platform; utilizzando un essere sferico con il nasone, Q*bert appunto, si deve saltare su e giù per i cubi colorati posizionati a piramide, con lo scopo di cambiare il loro colore in base a quello richiesto dal livello.


A rendere il gioco complicato ci pensano i numerosi nemici o la caduta di sfere colorate; se colpiti da entrambi si perde una vita, proprio come il finire fuori dalla piramide cadendo nel vuoto. Se invece si salta sopra ad uno dei dischi colorati posti fuori dalla piramide, si viene teleportati in cima ad essa.


Le sfere colorate presenti nel gioco possono essere di diversi tipi, una delle quali si trasforma in uno dei nemici principali del povero Q*bert: dalle sfere viola presenti nei primi livelli esce infatti il temibile serpente Coily, che insegue senza sosta il giocatore per tutta la piramide.


Più si avanza di livello e più le cose si complicano; inizialmente per cambiare il colore dei cubi basta saltarci sopra una volta, ma proseguendo col gioco si deve saltarci sopra più di una volta, mentre i nemici aumentano di velocità e appaiono in modo casuale.


Il comparto sonoro del cabinato contiene diversi suoni, ma il più famoso di tutti è quello emesso da Q*bert quando perde una vita.

"Porc..."

Q*bert è divenuto col tempo una leggenda dei videogiochi, con tutta una serie di prodotti a lui dedicati e persino una serie animata; nonostante sia protagonista di soli tre giochi di cui solo il primo è conosciuto da tutti, mentre i suoi seguiti sono finiti presto nel dimenticatoio. La colpa del suo declino è dovuta alla famosa crisi dei videogiochi del 1983, l'anno più nero nella storia videoludica, dove tra le troppe console messe in commercio, i troppi titoli e l'avanzata dei primi PC casalinghi fecero crollare il mercato. Come il celebre caso delle cartucce di E.T. per Atari 2600 seppellite nel deserto in America: c'è un motivo se furono sepolte in mezzo al nulla. Oltre al fatto che il gioco è osceno, chiaro.







8 commenti:

  1. Q*Bert lo adoro, ma non ho mai auto occasione di giocarci in cabinato

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  2. Un altro bellissimo post. Io ce l'avevo per il C64, ma non ricordo se originale o versione tarocca in cassetta.
    Erano bellissimi i tarocchi da edicola di Ye Ar Kung Fu e Mega Phoenix (chiamato solo Phoenix), e La Taverna delle Avventure, l'adventure game più noioso della storia.
    Il C64 prima versione l'ho anche ricomprato da un rigattiere a inizio 2000, ma sono anni che non l'accendo.

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    1. Io non ho mai avuto un C64: troppo ingombrante per essere tenuto tra tutte le mie console.

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  3. Q*bert lo adoro, ho però solo giocato perchè me lo sono ritrovato pre-installato sul mio primo PC in una versione 3D.

    Inoltre, ho scoperto che è stato anche il nome della prima squadra di fantacalcio usato dall'inventore di questo gioco, oltre ad aver ispirato Matt Groening per chiamare così il figlio-clone del prof. Farnsworth di Futurama!

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    1. Q*bert ha ispirato anche una canzone dei System Of A Down.

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  4. Ci giocavo nel C64, ma ero una sega. :-P

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